In questo articolo voglio accompagnarti in una riflessione sul valore dell’ordine interiore come gesto spirituale. Non come perfezionismo o rigidità, ma come linguaggio dell’anima. Perché sì, anche piegare una coperta può essere un modo per abbracciarsi.
Archivio Categoria: Spiritualità
In questo articolo voglio accompagnarti in una riflessione sul valore dell’ordine interiore come gesto spirituale. Non come perfezionismo o rigidità, ma come linguaggio dell’anima. Perché sì, anche piegare una coperta può essere un modo per abbracciarsi.
In questo articolo voglio accompagnarti in una riflessione sul valore dell’ordine interiore come gesto spirituale. Non come perfezionismo o rigidità, ma come linguaggio dell’anima. Perché sì, anche piegare una coperta può essere un modo per abbracciarsi.
Viviamo in un tempo in cui il concetto di risveglio spirituale è diventato sempre più popolare. Lo si vede ovunque: nei post motivazionali, nei caroselli su Instagram, nei reel che promettono illuminazioni rapide e facili.
Eppure, sentivo il bisogno di raccontarti cosa significa davvero per me il risveglio spirituale. Non per darti un’altra definizione da memorizzare, ma per restituirti la libertà di viverlo a modo tuo.
L’1 Settembre, Saturno continua il suo moto retrogrado entrando nel segno dei Pesci, e porta proprio questo invito: rallentare, respirare, ascoltare.
Non è un transito che “punisce” o complica la vita, come spesso si legge. È, piuttosto, un portale di introspezione che ci conduce verso le zone più profonde di noi stesse, quelle che spesso ignoriamo perché fanno paura, perché chiedono silenzio, perché ci spingono a guardarci dentro senza filtri.
L’1 Settembre, Saturno continua il suo moto retrogrado entrando nel segno dei Pesci, e porta proprio questo invito: rallentare, respirare, ascoltare.
Non è un transito che “punisce” o complica la vita, come spesso si legge. È, piuttosto, un portale di introspezione che ci conduce verso le zone più profonde di noi stesse, quelle che spesso ignoriamo perché fanno paura, perché chiedono silenzio, perché ci spingono a guardarci dentro senza filtri.
Ci sono giornate in cui la pioggia diventa compagna silenziosa di riflessione. Oggi è una di quelle. Sono in una camera d’albergo, fuori diluvia, e mi trovo in una città che ha sempre rappresentato un pezzo del mio cuore: Roma.










